Il progetto «Adozione a distanza particolare» ha avuto inizio a Primavera, nello stato del Pernambuco, uno degli stati del Nord-est del Brasile. Primavera è una cittadina molto povera perché stretta nella morsa di un enorme latifondo di canna da zucchero.
Sono una volontaria dell’Associazione che, dal 2003, si reca ogni anno in Brasile. Un giorno mi recai al Morro, la favela, cioè il quartiere più carente di Primavera. Salendo per delle stradine impervie, mi ritrovai in un quartiere di casupole con le pareti di fango compresso dentro una struttura di legno; con le fogne «a cielo aperto»: proprio per quelle stradine di terra giocavano tanti bambini smilzi, scalzi, malvestiti, tutti belli, desiderosi di affetto e ricchi solamente di una gran voglia di vivere, le loro labbra aperte al sorriso, ma i loro occhi velati di una profonda tristezza.
Dentro la favela di Primavera nasce l’idea di avviare l’«adozione a distanza particolare» per i bambini più volenterosi e desiderosi di studiare.
Attualmente, sono 9 i bambini «adottati a distanza» con una quota di almeno 300 euro all’anno. Le famiglie «adottanti» ricevono ogni anno la foto, le notizie e la lettera del bambino.
Nelle classi superaffollate della scuola pubblica, i bambini più poveri sono abbandonati a se stessi, rimangono ignoranti, divengono la zavorra della classe. Ai bambini «adottati a distanza», poverissimi e figli di analfabeti, è data la grande opportunità di poter studiare bene in una scuola privata “scuola particolare” attraverso cui riscattare il loro futuro. Il nostro sogno è che qualcuno di questi bambini possa essere ammesso all’Università fra qualche anno…