“MISERICORDIA E VERITÀ S’INCONTRERANNO
GIUSTIZIA E PACE SI BACERANNO” (SALMO 85)
Il 13 dicembre 2015, in un contesto di grande gioia e allegria, è stato inaugurato l’Arco della Misericordia, la nostra “Porta Santa” a CASA SARA a Sokourani.
L’Arco della Misericordia è stato pensato come luogo della “riconciliazione” e della “ripartenza”: uno spazio aperto in cui tutti, dai bambini di CASA SARA ai giovani della Fattoria alle ragazze di “I Dansé”, possano fermarsi per riflettere e ricominciare dopo essersi riconciliati con la propria storia.
Un luogo dove maturare il perdono verso se stessi e verso gli altri.
Un semplice e sobrio arco colorato con i colori della speranza, due alberi di cocco, qualche pianta, uno spazio dove potersi sedersi a terra perché il contatto con la terra aiuta a scendere in profondità.
L’Arco della Misericordia è usato dalle “mamme” della nostra Casa-Famiglia CASA SARA nel percorso educativo dei bambini ed è ormai per tutti uno “spazio d’amore” dove abbracciarsi dopo aver sbagliato.
INAUGURAZIONE IL 13 DICEMBRE 2015.
Una mattina molto speciale quella del 13 dicembre, attesa da tutti e, soprattutto, dai bambini di CASA SARA e da coloro che hanno partecipato all’ideazione e alla realizzazione dell’Arco della Misericordia. L’appuntamento era per tutti e tutti sono arrivati con un cuore disposto alla festa e alla gioia, tra l’altro era l’occasione per stringersi attorno a Grazia, andata in Italia per motivi di salute, e ritornata dopo aver subìto una delicata operazione chirurgica. Tutti presenti: i rumorosissimi e vivacissimi bambini di CASA SARA, compresi i bambini che sono stati reinseriti in famiglia; i fantastici giovani della Fattoria “Dugunkolo ye Yanamaya ye” con le loro famiglie, sempre pronti a risolvere i problemi dell’ultimo minuto; le dinamiche animatrici della “Maison des Poussin” di Bobo Dioulasso e della “Maison des Poussins” di CASA SARA, sempre pronte a cantare e danzare; le infaticabili ragazze-madri del Centro “I Dansè” con i loro figli, sempre disponibili a preparare succulenti pranzetti.
Dopo un articolato momento di riflessione, fatto di parole e gesti, musica e danze, ci siamo recati nello spazio dell’Arco della misericordia e cantando ognuno è passato sotto l’Arco chiedendo al Buon Dio del Cielo, il Dio di ogni religione, eravamo cattolici, protestanti e musulmani, la gioia del perdono. Al di là dell’Arco l’abbraccio della riconciliazione. È stato un momento emozionante che ha visto tutti partecipi con il cuore e con gli occhi.
Adesso, nella quotidianità di ogni giorno, l’Arco continua a svolgere il suo ruolo di “ricordo”: il perdono unifica il cuore e lo rende capace di amare.